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Accatastamento immobile: tutto quello che devi sapere per non sbagliare

Accatastamento immobile: tutto ciò che devi sapere in pochi passi. Scopri i documenti necessari, le procedure da seguire e i costi associati. Assicurati di avere tutte le informazioni per garantire la regolarità e l’identificazione corretta della tua proprietà.

Accatastamento immobile: un passo fondamentale per la regolarità e l'identificazione corretta della tua proprietà. Scopri come procedere!
Accatastamento immobile: un passo fondamentale per la regolarità e l’identificazione corretta della tua proprietà. Scopri come procedere!

Cosa è l’accatastamento il significato

L’accatastamento è il procedimento amministrativo che consiste nell’assegnare un codice catastale a un immobile, al fine di identificarlo in modo univoco nel catasto, un registro pubblico che contiene le informazioni relative ai beni immobili. L’accatastamento è obbligatorio per tutti gli immobili presenti sul territorio di un paese e serve a fini fiscali e amministrativi.

Quali sono le categorie catastali?

Le categorie catastali sono una classificazione utilizzata per distinguere diversi tipi di immobili all’interno del catasto. In Italia, ad esempio, le categorie catastali sono numeriche e comprendono categorie:

  • Categoria A/1: Abitazioni di lusso – Si tratta di immobili di pregio con elevati standard di qualità, dotati di finiture e servizi di alto livello. Questa categoria include ville, palazzi signorili e residenze di prestigio. Le abitazioni di questa categoria sono soggette a tassazione più elevata rispetto ad altre categorie.
  • Categoria A/2: Abitazioni di tipo signorile – Questa categoria comprende gli immobili di buona qualità, dotati di elementi di comfort e finiture superiori alla media. Le abitazioni di tipo signorile possono includere appartamenti di fascia alta e residenze di pregio, ma con caratteristiche leggermente inferiori rispetto alla categoria A/1.
  • Categoria A/3: Abitazioni di tipo economico – Rappresenta gli immobili residenziali di dimensioni più ridotte o di qualità inferiore rispetto alle categorie A/1 e A/2. Questa categoria comprende appartamenti di fascia media o popolare.
  • Categoria A/4: Abitazioni di tipo popolare – Questa categoria include gli immobili residenziali a destinazione abitativa di basso costo, come case popolari, alloggi sociali o alloggi per il personale delle aziende.
  • Categoria B: Uffici e studi privati – Comprende gli immobili adibiti ad attività professionali e commerciali, come uffici, studi medici, studi legali e consulenze. La categoria B può essere ulteriormente suddivisa in base alle caratteristiche specifiche dell’immobile.
  • Categoria C: Negozi e botteghe – Rappresenta gli immobili adibiti ad attività commerciali e di vendita al dettaglio. Questa categoria comprende negozi, botteghe, esercizi commerciali e locali destinati all’attività commerciale.
  • Categoria D: Immobili produttivi e speciali – Questa categoria comprende una vasta gamma di immobili, come capannoni industriali, fabbricati artigianali, magazzini, strutture agricole, impianti sportivi, alberghi e altre tipologie di immobili a destinazione produttiva o speciale.

La categoria catastale di un immobile influisce sulle tasse e gli oneri che devono essere pagati.

Documentazione per l'accatastamento: quali sono i documenti necessari per avviare la pratica? Trova le risposte qui!
Documentazione per l’accatastamento: quali sono i documenti necessari per avviare la pratica? Trova le risposte qui!

Come richiedere una visura catastale online?

Per richiedere una visura catastale online è possibile utilizzare i servizi offerti dagli enti catastali competenti. Solitamente, è necessario accedere al sito web dell’ente catastale e compilare un modulo con le informazioni richieste, come l’indirizzo dell’immobile o il codice identificativo catastale. Una volta inviata la richiesta, è possibile ottenere la visura catastale direttamente online, con informazioni dettagliate sull’immobile, come la categoria catastale, la superficie, la destinazione d’uso e le eventuali ipoteche o vincoli.

Quali immobili devono essere accatastati

In generale, tutti gli immobili presenti sul territorio di un paese devono essere accatastati. Ciò include:

  1. Abitazioni residenziali: Case, appartamenti, ville, villette a schiera, ecc.
  2. Immobili commerciali: Negozi, uffici, locali commerciali, centri commerciali, ecc.
  3. Immobili industriali: Capannoni, fabbriche, magazzini, stabilimenti, ecc.
  4. Immobili ad uso agricolo: Terreni agricoli, aziende agricole, cascine, stalle, ecc.
  5. Immobili a uso pubblico: Scuole, ospedali, edifici governativi, musei, biblioteche, ecc.
  6. Immobili turistici: Hotel, alberghi, bed and breakfast, strutture ricettive, ecc.
  7. Immobili speciali: Chiese, sinagoghe, moschee, edifici storici, monumenti, ecc.

È importante sottolineare che la normativa sull’accatastamento può variare da paese a paese, quindi le specifiche possono differire. Tuttavia, in linea generale, la registrazione catastale è richiesta per tutti gli immobili al fine di tenere traccia delle informazioni amministrative e fiscali relative a ciascuna proprietà.

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Quando è obbligatorio l’accatastamento?

L’accatastamento è un obbligo previsto per diverse situazioni relative agli immobili. Ecco una descrizione dettagliata di quando l’accatastamento è obbligatorio e quando non lo è, insieme a un esempio:

L’accatastamento è obbligatorio per le seguenti situazioni:

  1. Unità immobiliari urbane di nuova costruzione: Quando viene realizzata una nuova unità immobiliare urbana, è necessario procedere all’accatastamento per assegnare un codice catastale all’immobile e registrare le informazioni amministrative e fiscali ad esso associate. Ad esempio, se viene costruita una nuova casa in un centro abitato, sarà obbligatorio accatastare l’immobile.
  2. Variazioni dello stato, consistenza e destinazione delle unità immobiliari urbane censite: Se un’unità immobiliare urbana già accatastata subisce variazioni significative, come modifiche strutturali, ampliamenti o cambi di destinazione d’uso, è necessario aggiornare l’accatastamento per riflettere tali modifiche. Ad esempio, se un negozio viene convertito in un ufficio, sarà obbligatorio effettuare l’accatastamento per registrare la nuova destinazione d’uso dell’immobile.
  3. Unità afferenti edificate su area urbana, in sopraelevazione o su aree di corte: Le unità immobiliari costruite su aree urbane, come le sopraelevazioni degli edifici esistenti o le nuove costruzioni su aree di corte, devono essere accatastate per essere correttamente identificate nel catasto. Ad esempio, se viene realizzato un nuovo appartamento in una soffitta di un edificio esistente, sarà obbligatorio accatastare l’unità immobiliare.
  4. Beni immobili non produttivi di reddito urbano e relative variazioni: Gli immobili non utilizzati per fini produttivi di reddito, come le case private, le seconde case o gli immobili adibiti a uso ricreativo, devono essere accatastati. Le variazioni che riguardano questi tipi di immobili, come cambi di proprietà o modifiche strutturali, richiedono un aggiornamento dell’accatastamento. Ad esempio, se viene acquistata una casa vacanza, sarà obbligatorio accatastare l’immobile.

Al contrario, sono esclusi dall’obbligo di accatastamento i seguenti immobili:

  1. Manufatti con superficie coperta inferiore a 8 metri quadrati: Strutture di dimensioni molto ridotte, come piccoli depositi o casette da giardino, non sono soggetti all’accatastamento.
  2. Serre adibite alla coltivazione e protezione delle piante sul suolo naturale: Le serre utilizzate per scopi agricoli non devono essere accatastate.
  3. Vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni: Le vasche utilizzate per l’acquacoltura o per la conservazione dell’acqua per scopi irrigui non richiedono l’accatastamento.
  4. Manufatti isolati privi di copertura: Strutture aperte, come pergolati o tettoie senza copertura completa, non sono soggetti all’accatastamento.
  5. Strutture di bassa altezza e volume: Manufatti come tettoie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili, con altezza utile inferiore a 1,80 metri e volume inferiore a 150 metri cubi, sono esclusi dall’obbligo di accatastamento.
  6. Manufatti precari e non stabilmente infissi al suolo: Strutture temporanee o mobili, come tende da campeggio o strutture prefabbricate non ancorate permanentemente al suolo, non richiedono l’accatastamento.
  7. Fabbricati in corso di costruzione: Gli edifici in fase di costruzione non sono accatastati fino al completamento dei lavori.
  8. Fabbricati con un accentuato livello di degrado (collabenti): Gli immobili che presentano un elevato grado di degrado strutturale e non sono idonei all’uso non sono soggetti all’accatastamento.
  9. Beni costituenti infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione: Le proprietà utilizzate per infrastrutture pubbliche di comunicazione, come torri di telecomunicazioni, non sono soggette all’accatastamento.

Questi esempi illustrano quando è obbligatorio o escluso l’accatastamento degli immobili, fornendo una panoramica delle situazioni che richiedono o non richiedono l’intervento catastale. È importante consultare la normativa specifica del proprio paese per ulteriori dettagli e indicazioni precise sull’accatastamento degli immobili.

Come accatastare una casa?

Per accatastare un immobile, è necessario seguire una serie di procedure specifiche. La dichiarazione di accatastamento è responsabilità del titolare dell’immobile e richiede la presentazione di un atto di aggiornamento predisposto da un tecnico incaricato, che verrà inviato all’Agenzia delle Entrate-Territorio (AdE-Territorio).

Tuttavia, nel caso in cui il titolare del diritto reale sull’immobile sia inattivo, il possessore dell’immobile può presentare la dichiarazione Docfa, ma solo nel caso di prima iscrizione in catasto del bene.

La presentazione dell’atto di aggiornamento comporta il pagamento dei tributi speciali catastali previsti. È importante rispettare il termine di 30 giorni per presentare la dichiarazione di accatastamento a partire dalla data in cui il fabbricato è divenuto abitabile o servibile all’uso cui è destinato, o dalla data di ultimazione della variazione se si tratta di un’unità immobiliare già censita.

In caso di ritardo nella presentazione della dichiarazione, si applicano le sanzioni pecuniarie previste dalla normativa vigente.

Dopo aver presentato il Docfa, l’Agenzia delle Entrate-Territorio verifica i dati e invia una ricevuta contenente gli identificativi catastali dell’immobile (foglio, numero o particella e subalterno) e la rendita catastale.

Sia per il caso di accatastamento di una nuova costruzione che per quello di un’unità immobiliare già esistente, la rendita catastale viene proposta dal professionista incaricato, prendendo come riferimento quella di fabbricati simili situati nella stessa area.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate-Territorio effettua controlli di accettazione per registrare il documento di aggiornamento nel database e, eventualmente, avvia ulteriori controlli di merito. Se durante questi controlli emergono correzioni da apportare, queste vengono prima inserite nel database e successivamente notificate al titolare dell’immobile.

Nel caso in cui si desideri contestare le verifiche effettuate dall’AdE-Territorio, è possibile presentare un ricorso presso la Commissione tributaria provinciale competente per territorio entro 60 giorni dalla notifica della comunicazione della revisione.

È fondamentale seguire attentamente le procedure e rispettare i tempi stabiliti per garantire un corretto accatastamento dell’immobile e evitare sanzioni o complicazioni future.

Costi dell'accatastamento immobile: conosci i fattori che influenzano i costi e pianifica il tuo budget in anticipo.
Costi dell’accatastamento immobile: conosci i fattori che influenzano i costi e pianifica il tuo budget in anticipo.

Quanto costa una pratica di accatastamento immobile? Quali documenti sono necessari?

Per rispondere alla domanda quanto costa accatastare una casa e avviare il processo di accatastamento di un immobile, l’intestatario deve fornire una serie di documenti al tecnico incaricato della pratica. Questa documentazione include il titolo di provenienza dell’immobile, ovvero il documento che attesta la proprietà o l’acquisizione dell’immobile da parte dell’intestatario. Inoltre, devono essere forniti i dati della pratica edilizia relativa alla costruzione o alle eventuali modifiche apportate all’immobile, che possono includere permessi di costruzione, concessioni edilizie o documenti attestanti la regolarità delle opere eseguite.

È inoltre necessario fornire i dati catastali dell’immobile, che possono essere ottenuti attraverso la richiesta di visura catastale. L’estratto di mappa, che contiene le informazioni relative alla posizione e all’ubicazione dell’immobile, deve essere incluso nella documentazione. Infine, è richiesta la copia del documento d’identità e del codice fiscale del dichiarante, ovvero dell’intestatario dell’immobile.

Quanto ai costi dell’accatastamento, essi possono variare a seconda di diversi fattori. In primo luogo, l’onorario richiesto dal tecnico incaricato della pratica può influire sul costo totale. Inoltre, i costi possono differire a seconda che si tratti dell’accatastamento di un immobile di nuova costruzione o dell’aggiornamento dei dati catastali di un’unità immobiliare già esistente. Le dimensioni dell’immobile e la sua ubicazione possono anche incidere sull’importo totale della pratica.

Di solito, per l’accatastamento di un immobile di nuova costruzione, l’onorario del professionista può oscillare tra 1.500 e 2.500 euro. Questo perché l’accatastamento richiede l’utilizzo di due diversi software, Pregeo e Docfa, per compilare la documentazione necessaria. Per l’accatastamento di un immobile già esistente, invece, il costo si aggira intorno ai 400 e 800 euro. È inoltre necessario versare i diritti erariali, che possono variare tra i 50 e i 100 euro per scheda.

È importante notare che, nel caso di una nuova costruzione, i costi dell’accatastamento sono generalmente a carico del costruttore, mentre nel caso di modifiche apportate a un’unità immobiliare già registrata nel catasto, i costi sono a carico dell’intestatario dell’immobile.

Accatastare una nuova casa

Per accatastare una nuova casa, occorre seguire una serie di passaggi. Innanzitutto, è necessario ottenere tutti i permessi e le autorizzazioni necessarie per la costruzione dell’immobile. Una volta completata la costruzione, si procede a raccogliere la documentazione richiesta, come la planimetria, la dichiarazione di conformità urbanistica e il certificato energetico. Successivamente, si presenta la richiesta di accatastamento all’ente catastale competente, allegando tutti i documenti raccolti. Dopo l’esame della richiesta, verrà assegnato un codice catastale alla nuova casa.

Accatastare una casa già esistente ma modificata

Accatastare una casa già esistente ma modificata richiede anch’esso una serie di passaggi. Prima di tutto, bisogna assicurarsi di avere tutti i documenti relativi alle modifiche apportate all’immobile, come permessi di ristrutturazione, concessioni edilizie e documentazione tecnica aggiornata. Successivamente, si presenta la richiesta di accatastamento all’ente catastale competente, allegando la documentazione relativa alle modifiche effettuate. L’ente esaminerà la richiesta e, se tutto è in regola, provvederà ad aggiornare le informazioni catastali dell’immobile per riflettere le modifiche apportate.

In conclusione, l’accatastamento è un procedimento essenziale per identificare gli immobili nel catasto. Le categorie catastali, la richiesta di visura catastale online e i passaggi per accatastare una casa, sia nuova che già esistente ma modificata, sono tutti elementi fondamentali da conoscere per gestire correttamente le questioni amministrative e fiscali legate ai beni immobili.

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