Planimetria catastale di impianto Roma: ante 39, ante 67
Differenza tra planimetria catastale attuale e planimetria catastale di impianto
Come descritto sopra se la planimetria catastale attuale coincide con quella di impianto, molto probabilmente negli anni non si sono verificate variazioni al catasto. In caso contrario, significa che l’immobile ha subito modifiche che hanno portato alla presentazione di una nuova piantina al catasto. Gli esempi più comuni possono essere a seguito di frazionamento, ampliamento o la tipica ristrutturazione con modifiche interne. La planimetria che viene depositata in variazione della precedente la va a sostituire. quindi l’attuale planimetria catastale mostra le modifiche più recenti apportate all’appartamento. La piantina di impianto invece mostra l’appartamento prima delle modifiche.
Quando serve richiedere la planimetria di impianto
La planimetria d’impianto del 1939 a Roma
La planimetria catastale di impianto del 1939 riveste un’importanza fondamentale nel contesto urbanistico di Roma, in quanto costituisce un documento di inestimabile valore per comprendere le preesistenze urbanistiche nella città. Questa planimetria, redatta nel lontano 1939, assume un ruolo di rilievo poiché rappresenta una sorta di fotografia storica dell’area in questione, catturando l’aspetto e la disposizione delle proprietà e degli edifici in quel preciso momento.
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Tuttavia, per preservare l’autenticità di questa fonte storica, è essenziale che l’immobile in questione non abbia subito modifiche sostanziali o successive nel corso degli anni, in quanto ogni modifica strutturale o urbanistica avrebbe potuto comportare la necessità di aggiornare la planimetria catastale.
Questo legame tra la legge urbanistica e la planimetria del 1939 è rilevante poiché in Italia, a seguito dell’emanazione della legge n. 1150/42, è stata introdotta l’obbligatorietà di richiedere una licenza edilizia per qualsiasi intervento di costruzione, ampliamento o modifica di edifici già esistenti, fatto che si è verificato successivamente al 1939.
Pertanto, la presenza di una planimetria catastale di impianto del 1939 rappresenta un’importante risorsa per documentare le trasformazioni urbane e architettoniche verificatesi nel corso degli anni, contribuendo così alla preservazione della memoria storica di Roma.
La planimetria d’impianto prima del 1967 a Roma
La planimetria catastale d’impianto prima del 1° settembre 1967 al contrario di quella ante 1939 non dimostra nessuna preesistenza urbanistica. Infatti la legge urbanistica n.1150 del 1942 è stata successivamente superata dalla famosa legge ponte n.765 del 1967. In tale legge i presupposti che non creano l’obbligo di presentare nessuna licenza erano i seguenti:
- l’immobile deve essere al di fuori del centro abitato (zona A del P.R.G.)
- dimostrazione effettiva della costruzione ante 1967
Quindi se la planimetria catastale prima del 1° settembre 1967 è conforme all’attualità della casa non vuol dire che sia regolare urbanisticamente è andrebbe visto il progetto della licenza edilizia per verificarne la conformità.
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Le planimetrie catastali riferite a unità immobiliari soppresse potranno essere rilasciate solo ai soggetti che, al momento della soppressione, vantavano diritti reali di godimento sull’unità immobiliare e, in genere, a chi ha legittimo interesse o possa dimostrare di agire per conto di questi, nonché ai soggetti riconducibili alle unità immobiliari derivate da quelle oggetto di soppressione. Nel caso di planimetrie presenti nella banca dati informatizzata il rilascio è gratuito secondo le modalità sopra riportate.
Per le planimetrie disponibili solo in formato cartaceo, relative a stadi superati, o soppressi, dell’unità immobiliare presenti nell’archivio censuario informatizzato, oppure correlate a periodi antecedenti alla data di impianto meccanografico e richiamate solo nei modelli 55, è consentito il rilascio della copia conforme secondo le modalità previste per le certificazioni catastali, previo pagamento dei tributi speciali e dell’imposta di bollo. In tal caso la richiesta deve essere motivata, ad esempio, per esigenze collegate a profili urbanistici ed edilizi stabiliti a livello comunale o regionale, oppure ad attività di carattere peritale finalizzate all’individuazione di particolari profili civilistici, mirati a definire questioni contenziose, tali per cui risulta necessario ricostruire la storia grafica di ciascuna unità immobiliare.
Come richiedere il certificato catastale d’impianto
Il certificato catastale lo rilascia l’agenzia del territorio, con esclusione delle sedi di Trento e Bolzano, nelle quali il servizio è gestito dalle rispettive Province autonome.
Se il certificato riguarda atti meccanizzati, cioè documenti già inseriti nella banca dati dell’Agenzia, è possibile richiederlo presso qualsiasi Ufficio provinciale. Il rilascio avviene nello stesso giorno della richiesta.
Se invece la richiesta è relativa ad atti presenti solo su sopporto cartaceo, può essere avanzata esclusivamente presso l’Ufficio provinciale competente per territorio. In questo caso, il rilascio del certificato avviene entro il termine previsto dalla : Tabella procedimenti legge 241/90 allegata al Provvedimento del 25 giugno 2010 dell’ex Agenzia del Territorio.
E’ possibile richiedere il certificato catastale all’Ufficio provinciale – Territorio anche tramite posta. In questo caso, oltre a indicare nella richiesta il tipo di certificazione e i dati necessari per identificare negli atti catastali i beni oggetto di certificazione, occorre allegare anche:
- la ricevuta del pagamento della somma dovuta eseguito su conto corrente postale dell’ufficio (versamento a titolo di deposito preventivo, salvo conguaglio)
- la fotocopia di un documento di identità valido
- una busta affrancata per la restituzione della ricevuta
- il proprio recapito (posta elettronica, numero telefonico) e il domicilio per eventuali comunicazioni.
Prima di effettuare la richiesta è consigliabile contattare l’Ufficio competente per territorio per definire le corrette indicazioni da fornire.
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