Vendere casa con abuso edilizio mutuo: cosa sapere e come agire
Vendere una casa è già di per sé un processo articolato: servono documenti aggiornati, verifiche tecniche, certificazioni e l’assistenza di professionisti. Ma se sull’immobile grava un abuso edilizio e c’è anche un mutuo ipotecario ancora attivo, la situazione si complica notevolmente, con il rischio concreto che la vendita venga bloccata dal notaio o dalla banca.
Molti proprietari si ritrovano all’improvviso in difficoltà, spesso proprio quando la trattativa è già avviata. Il problema più frequente? L’abuso edilizio non è stato realizzato da chi vende, ma da un vecchio proprietario anni prima. Oppure emerge durante la perizia tecnica effettuata dal perito della banca, che ha il compito di accertare la regolarità urbanistica prima di concedere il mutuo all’acquirente.
Indice:
La non conformità urbanistica o catastale, anche se minima, può far saltare il finanziamento, con conseguenze dirette: vendita sospesa, acquirente perso, spese legali e ritardi di mesi.
Questo articolo ti guida passo dopo passo per capire:
Cosa significa avere un abuso edilizio su un immobile
Cosa succede se il perito della banca trova un abuso
Come comportarsi in caso di difformità commesse dal precedente proprietario
Quali sono le alternative praticabili se l’abuso edilizio non è sanabile
E soprattutto: quando e come è possibile vendere lo stesso l’immobile, anche in presenza di irregolarità, rispettando la normativa e tutelando i tuoi interessi.
Vedremo anche cosa dice la legge in merito alla prescrizione dell’abuso edilizio, se questa consente la vendita dell’immobile con mutuo, e ti spiegherò perché la conformità urbanistica e catastale non sono solo un dettaglio tecnico, ma una condizione fondamentale per concludere la compravendita senza intoppi.
Consiglio pratico: Se hai in programma di vendere un immobile gravato da mutuo, prima di firmare una proposta d’acquisto o pubblicare un annuncio, verifica che lo stato dell’immobile corrisponda perfettamente ai progetti depositati in Comune e in Catasto. In caso contrario, agisci subito: il tempo perso prima è tempo guadagnato dopo.
Cosa significa vendere casa con abuso edilizio e mutuo attivo
Vendere un immobile con un abuso edilizio e un mutuo ancora in corso comporta rischi concreti e spesso sottovalutati. Si tratta di una situazione delicata che può bloccare la compravendita, ostacolare l’ottenimento di un nuovo finanziamento da parte dell’acquirente e far perdere tempo e denaro a tutte le parti coinvolte.
Cos’è un abuso edilizio: definizione chiara e casi tipici
Per abuso edilizio si intende qualsiasi intervento sull’immobile realizzato senza autorizzazione o in difformità dai titoli abilitativi rilasciati dal Comune. In parole semplici: ogni modifica che non risulta nei progetti depositati è potenzialmente abusiva.
I casi più frequenti includono:
Costruzioni non autorizzate, come una veranda, un box auto o una tettoia mai dichiarata;
Modifiche interne non comunicate, come spostare tramezzi, cambiare la distribuzione degli ambienti o creare un secondo bagno senza titolo;
Ampliamenti o sopraelevazioni realizzati senza permesso;
Frazionamenti o fusioni non registrati regolarmente;
Chiusura di balconi o terrazzi per ricavare nuovi ambienti.
Esempio concreto: una cucina spostata in un’altra stanza, anche se può sembrare una modifica innocua, diventa abuso se non è accompagnata da una pratica edilizia come la CILA.
Se questi interventi non sono stati sanati o autorizzati con una pratica in sanatoria, l’immobile risulta non conforme urbanisticamente. Questo significa che non rispecchia la documentazione presente in Comune, condizione che il notaio è tenuto a verificare prima del rogito.
Come incide il mutuo sulla vendita di una casa con abusi edilizi
Quando si vende una casa gravata da un mutuo ancora attivo, entrano in gioco diversi soggetti e controlli:
La casa è ipotecata dalla banca a garanzia del prestito ricevuto.
Al momento della vendita, il mutuo residuo viene estinto con parte del prezzo di acquisto versato dal nuovo acquirente.
Il notaio ha il compito di accertare che l’immobile sia regolarmente edificato, autorizzato e conforme alle normative edilizie.
Il perito tecnico inviato dalla banca dell’acquirente ha un ruolo decisivo: oltre a stimare il valore dell’immobile, verifica la conformità urbanistica e catastale.
Se il perito trova un abuso, anche piccolo, come un muro spostato o una finestra diversa da quella autorizzata, può sospendere la procedura di mutuo. In pratica, la banca non concede il finanziamento finché l’immobile non è regolarizzato.
Questo passaggio è fondamentale: senza conformità urbanistica, la banca non finanzia, il notaio non rogitare, e la vendita si blocca anche a pochi giorni dalla firma.
Perché è un problema da risolvere prima della vendita
Molti proprietari scoprono tardi di avere abusi edilizi sul proprio immobile. Alcuni nemmeno lo sanno, perché le irregolarità sono state fatte da un precedente proprietario, magari molti anni prima.
Ma attenzione: la responsabilità legale ricade sempre su chi vende, cioè sull’attuale intestatario dell’immobile.
Non basta avere la planimetria catastale conforme. La vera verifica deve essere fatta con:
Il progetto edilizio approvato (in Comune);
Le eventuali sanatorie o condoni rilasciati;
Il confronto tra stato di fatto e autorizzazioni urbanistiche.
Curiosità utile: secondo dati recenti dell’Agenzia delle Entrate, circa il 17% degli immobili in Italia presenta almeno una difformità urbanistica. E a Roma, questa percentuale sale oltre il 20%, soprattutto per immobili realizzati prima del 1990.
Problemi comuni quando si tenta di vendere casa con abuso edilizio e mutuo
Vendere una casa con abusi edilizi e mutuo in corso comporta diversi ostacoli, spesso sottovalutati. Ecco i casi più frequenti che bloccano la compravendita e come affrontarli con consapevolezza.
1. Il perito della banca trova un abuso edilizio
Durante la richiesta di mutuo da parte dell’acquirente, la banca incarica un perito tecnico per valutare il valore reale dell’immobile e verificarne la regolarità urbanistica e catastale. È proprio in questa fase che emergono spesso abusi edilizi mai dichiarati, come:
Pareti interne spostate rispetto alla planimetria autorizzata
Soppalchi, bagni o cucine aggiunti senza pratiche edilizie
Il problema è che qualsiasi difformità rispetto al progetto depositato in Comune può portare a una valutazione negativa da parte del perito. Se il tecnico rileva irregolarità:
L’istruttoria del mutuo viene sospesa
L’acquirente non ottiene il finanziamento
Il notaio può bloccare l’atto per mancanza di conformità
Perché succede? Perché le banche concedono mutui solo per immobili pienamente regolari, altrimenti l’ipoteca non è valida, e in caso di pignoramento non potrebbero rivalersi sull’immobile.
Consiglio pratico: fai eseguire una verifica tecnica preliminare prima ancora di trovare un acquirente. Un geometra può confrontare lo stato attuale con i titoli edilizi e segnalare eventuali abusi da sanare in anticipo.
Leggi anche: si può sanare la veranda con il decreto salva casa?
2. Abuso edilizio commesso dal precedente proprietario
Una delle situazioni più frustranti è scoprire, magari a trattativa avanzata, che l’abuso edilizio è stato eseguito da un vecchio proprietario. Il venditore attuale, in buona fede, potrebbe non sapere nulla della difformità.
Tuttavia, la legge è chiara: la responsabilità dell’abuso edilizio è in capo a chi vende, non importa quando o da chi sia stato realizzato. Ciò significa che:
Sarai tu a dover regolarizzare l’abuso, se sanabile
Non potrai appellarti all’ignoranza dell’irregolarità
La vendita sarà bloccata, soprattutto se l’acquirente ha bisogno del mutuo
Esempio reale: un appartamento a Roma, comprato 10 anni prima, presentava una veranda abusiva mai segnalata. Il venditore attuale ne era ignaro, ma ha dovuto sanarla a proprie spese per evitare l’annullamento del preliminare.
Consiglio utile: prima di vendere, chiedi in Comune tutta la documentazione edilizia dell’immobile. Se qualcosa non torna, fai fare subito una consulenza tecnica per capire origine e gravità della difformità.
3. Vendita immobile con difformità urbanistiche e prescrizione
Un errore diffuso è pensare che un abuso edilizio “vecchio” non rappresenti più un problema, perché penalmente prescritto. È vero: dopo un certo numero di anni (di solito 4 o 5), l’abuso non è più perseguibile penalmente.
Ma attenzione: la prescrizione penale non cancella l’illegalità urbanistica. In termini pratici:
L’abuso resta non sanato
Il fabbricato è non conforme ai titoli abilitativi
Il notaio può rifiutarsi di rogitare, soprattutto in presenza di mutuo
Questo vale anche se l’immobile ha il certificato di agibilità o l’allaccio alle utenze: la conformità urbanistica è un requisito autonomo e fondamentale per la validità della compravendita.
Alternative possibili:
Se l’abuso è sanabile, si può regolarizzare con una CILA o SCIA in sanatoria
Se è non sanabile, l’unica via è la demolizione della parte abusiva
Nei casi più gravi, si può vendere solo a un acquirente che paga in contanti, ma il prezzo scende drasticamente
Suggerimento professionale: chiedi una dichiarazione di conformità urbanistica firmata da un tecnico abilitato prima del rogito. È il modo più sicuro per prevenire problemi con notaio e banca.
Cosa fare: guida completa e soluzioni pratiche passo-passo

Step 1 – Verificare la conformità urbanistica e catastale dell’immobile
Prima ancora di mettere in vendita un immobile, è fondamentale verificare se la casa è conforme sia urbanisticamente che catastalmente. Questa è la base per evitare problemi con il notaio, blocchi della banca sull’erogazione del mutuo e, peggio, la nullità dell’atto.
Ecco come procedere:
Richiedi la visura catastale e la planimetria aggiornata all’Agenzia delle Entrate. Verifica che siano coerenti con la situazione reale dell’immobile.
Consulta gli atti di fabbrica presso l’archivio edilizio del Comune, come:
Permesso di costruire (o licenza edilizia, concessione edilizia)
Domanda e concessione in sanatoria (condono edilizio)
Eventuali pratiche CILA, SCIA, DIA o varianti successive
Confronta lo stato di fatto con i documenti ufficiali. Anche uno spostamento di tramezzo può generare un abuso.
Se non sei pratico, affidati subito a un tecnico abilitato, come un geometra, architetto o ingegnere. È l’unico modo per avere una diagnosi corretta e completa.
Step 2 – Capire se l’abuso edilizio è sanabile
Non tutti gli abusi edilizi sono uguali. Alcuni si possono regolarizzare, altri no. Prima di tutto, poniti queste domande:
L’intervento è interno e non ha modificato la struttura portante?
L’abuso rispetta le norme edilizie vigenti al momento della realizzazione?
Rientra nella tolleranza costruttiva del 2% prevista dal D.P.R. 380/2001?
Se la risposta è sì, ci sono buone probabilità che l’irregolarità sia sanabile.
In questo caso, potresti risolvere la situazione con:
CILA in sanatoria, per opere interne non strutturali (es. spostamento pareti)
SCIA in sanatoria, per modifiche più rilevanti ma non strutturali
Permesso di costruire in sanatoria, per interventi maggiori o su parti esterne
Ogni caso va valutato singolarmente da un tecnico, anche in base al PRG (Piano Regolatore Generale) e alle norme locali.
Step 3 – Procedere alla regolarizzazione edilizia
Una volta individuato lo strumento corretto per la sanatoria:
Presenta la pratica edilizia al Comune, allegando documentazione tecnica e attestazioni richieste.
Attendi l’approvazione dell’ufficio tecnico. I tempi possono variare da 30 giorni a diversi mesi.
Aggiorna la planimetria catastale, con procedura DOCFA tramite un tecnico abilitato.
Solo dopo la chiusura positiva della pratica edilizia e l’aggiornamento catastale, l’immobile torna conforme.
Step 4 – Solo a questo punto puoi vendere con tranquillità
Conformità urbanistica e catastale = vendita sicura.
Potrai procedere con:
Atto notarile regolare
Mutuo bancario a favore del compratore
Valutazione positiva da parte del perito della banca
Nessun rischio di contestazioni, richieste di annullamento o cause legali future
Abuso edilizio non sanabile: quali alternative hai?
Purtroppo, non sempre l’abuso è regolarizzabile. Alcuni esempi di abusi non sanabili:
Costruzione in zona vincolata o soggetta a tutela ambientale
Difformità in contrasto con il PRG o con gli indici urbanistici
Interventi senza titolo su parti strutturali in zone sismiche
In questi casi le opzioni sono limitate:
Demolire la parte abusiva e ripristinare lo stato autorizzato
Vendere l’immobile solo a chi acquista in contanti, senza mutuo
Vendere dichiarando la difformità, ma con forte svalutazione (anche 20-30%)
Il notaio non può rogitare se l’acquirente chiede un mutuo e l’immobile è abusivo. La banca blocca l’operazione, anche in presenza di un preliminare già firmato.
Perché conviene affrontare subito il problema?
Gestire l’abuso edilizio prima di andare dal notaio porta vantaggi concreti:
Riduci i tempi complessivi della vendita
Eviti il blocco dell’atto per mancanza di conformità
Ottieni una valutazione piena dall’istituto di credito
Aumenti la fiducia dell’acquirente
Eviti cause legali e annullamento dell’atto nei successivi 10 anni
Errori da evitare a tutti i costi
Vendere “così com’è” sperando che il notaio non se ne accorga
Affidarsi a tecnici compiacenti che non fanno controlli reali
Non verificare la conformità urbanistica prima di firmare il preliminare
Confondere conformità catastale con regolarità edilizia
Pensare che un abuso “piccolo” non crei problemi
Anche una sola parete spostata può far saltare la vendita se non è regolarizzata.
Tabella di sintesi: cosa si può vendere con mutuo?
Situazione | Mutuo possibile? | Serve regolarizzazione? |
---|---|---|
Difformità catastale minore | Sì | Solo aggiornamento DOCFA |
Difformità urbanistica sanabile | Dipende | Sì, prima del rogito |
Abuso edilizio non sanabile | No | Solo vendita a contanti |
Abuso da precedente proprietario | No | Responsabilità attuale |
Conclusioni pratiche
Vendere casa con un abuso edilizio e mutuo attivo è possibile solo se si interviene prima. Serve una verifica tecnica approfondita, l’analisi dei documenti edilizi e catastali e, se necessario, la presentazione di una sanatoria.
Ignorare il problema significa bloccare la vendita, perdere l’acquirente o dover trattare al ribasso.
Consiglio finale
Se hai anche solo un dubbio, non improvvisare. Rivolgiti a un tecnico esperto nella tua zona. Ti eviterà perdite di tempo, soldi e brutte sorprese dal notaio o dalla banca.
FAQ – Domande frequenti
Come faccio a sapere se ci sono abusi edilizi nella mia casa?
Puoi confrontare la planimetria catastale e il progetto edilizio depositato con lo stato attuale dell’immobile. Un tecnico può aiutarti a individuare eventuali difformità.
Cosa succede se il perito trova un abuso edilizio?
La banca può bloccare il mutuo e sospendere l’intera compravendita fino alla regolarizzazione dell’immobile.
Qual è il modo più semplice per regolarizzare un abuso edilizio?
Se l’abuso è lieve e sanabile, puoi presentare una CILA o una SCIA in sanatoria. In alcuni casi serve un permesso di costruire in sanatoria.
Posso vendere casa se l’abuso è stato fatto dal vecchio proprietario?
No, la responsabilità è tua come attuale intestatario. Devi risolvere il problema prima di vendere, specialmente se l’acquirente richiede un mutuo.
Cosa succede se l’abuso edilizio non è sanabile?
Hai tre opzioni: demolire la parte abusiva, vendere solo a chi compra in contanti, oppure rinunciare alla vendita finché non trovi una soluzione praticabile.