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Abuso edilizio commesso dal precedente proprietario

Acquistare un immobile è un passo importante, ma può nascondere rischi, soprattutto quando si scopre un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario. Questa situazione può generare dubbi sulle responsabilità legali e amministrative dell’acquirente e sulle soluzioni possibili.

Cos’è un abuso edilizio?

Un abuso edilizio si verifica quando vengono eseguiti interventi edilizi senza permessi o in difformità rispetto a quanto autorizzato. Questo può includere:

abuso edilizio commesso dal precedente proprietario
Abuso edilizio commesso dal precedente proprietario cosa fare?

La normativa di riferimento è il D.P.R. 380/2001 (Testo Unico sull’Edilizia), che disciplina gli interventi edilizi e le relative sanzioni.

Chi è responsabile in caso di abuso edilizio commesso dal precedente proprietario?

Secondo l’art. 29 del D.P.R. 380/2001, la responsabilità dell’abuso edilizio ricade su:

  • Il titolare del permesso di costruire
  • Il committente dei lavori/attuale proprietario 
  • Il costruttore che ha realizzato l’opera abusiva

Il direttore dei lavori è responsabile solo se non segnala le irregolarità alle autorità competenti.

Se l’abuso è stato commesso dall’inquilino di un immobile in affitto, il proprietario non è automaticamente responsabile. Tuttavia, se viene a conoscenza della violazione, deve intervenire per sanare la situazione.

Abuso edilizio commesso dal precedente proprietario: cosa rischia l’acquirente?

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Chi acquista un immobile potrebbe ritrovarsi a dover affrontare le conseguenze di un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario. Le implicazioni possono essere sia amministrative che penali.

1. Conseguenze penali

Le responsabilità penali non si trasferiscono all’acquirente. La Costituzione stabilisce che la responsabilità penale è personale, quindi solo chi ha commesso l’abuso ne risponde davanti alla legge.

2. Conseguenze amministrative

Le responsabilità amministrative, invece, possono ricadere sul nuovo proprietario. Questo significa che il Comune può ordinare la demolizione delle opere abusive o imporre sanzioni economiche anche dopo la compravendita.

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Quali sanzioni si applicano in caso di abuso edilizio?

Le sanzioni per un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario possono essere di due tipi:

Sanzioni amministrative

  • Demolizione dell’opera abusiva e ripristino dello stato originario
  • Acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, se la demolizione non viene eseguita nei tempi stabiliti
  • Sanzioni pecuniarie variabili in base all’entità dell’abuso

Sanzioni penali

L’art. 44 del D.P.R. 380/2001 prevede:

  • Ammende fino a 10.329 euro per inosservanza delle norme edilizie
  • Arresto fino a due anni e multe tra 5.164 e 51.645 euro per costruzioni eseguite senza permesso o in totale difformità
  • Arresto fino a due anni e multa fino a 51.645 euro in caso di lottizzazione abusiva

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Prescrizione dell’abuso edilizio: dopo quanto tempo non è più punibile?

Uno degli aspetti più controversi quando si parla di abuso edilizio commesso dal precedente proprietario riguarda la prescrizione del reato. In particolare, bisogna distinguere tra prescrizione penale e prescrizione amministrativa, poiché queste due dimensioni seguono regole completamente diverse.

Prescrizione penale dell’abuso edilizio

Dal punto di vista penale, il reato di abuso edilizio rientra nelle violazioni edilizie sanzionate dall’art. 44 del D.P.R. 380/2001. La legge stabilisce che il reato si prescrive in quattro anni, a meno che non vengano compiuti atti interruttivi, come un processo penale in corso o ulteriori accertamenti da parte delle autorità competenti. In tal caso, la prescrizione può arrivare fino a cinque anni.

La decorrenza della prescrizione inizia dal completamento dell’opera abusiva o, in alcuni casi, dal momento in cui viene sospesa l’attività edilizia. Questo significa che se i lavori sono ancora in corso, il termine di prescrizione non parte, e le autorità possono intervenire in qualsiasi momento per bloccare l’illecito e applicare le relative sanzioni.

Un aspetto importante da considerare è che, anche se il reato penale cade in prescrizione, ciò non estingue le responsabilità amministrative legate all’abuso edilizio.

Prescrizione amministrativa dell’abuso edilizio: non esiste un limite di tempo

Diversamente dalla prescrizione penale, la prescrizione amministrativa dell’abuso edilizio non esiste. In altre parole, le autorità competenti, come il Comune, possono intervenire in qualsiasi momento per ordinare la demolizione dell’opera abusiva, anche se sono passati decenni dalla sua realizzazione.

Questo principio deriva dal fatto che un’opera abusiva, se non sanata, rimane illegale a tempo indeterminato. Il Comune può quindi emettere un’ordinanza di demolizione o acquisire l’immobile al patrimonio pubblico senza limiti temporali.

Come verificare se un immobile ha un abuso edilizio prima dell’acquisto?

Per evitare problemi legati a un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario, prima di acquistare un immobile è fondamentale fare delle verifiche:

  1. Richiedere al venditore i titoli edilizi (permessi di costruire, concessioni, SCIA, CILA)
  2. Verificare la conformità urbanistica e catastale con un tecnico specializzato
  3. Consultare il Comune per verificare se esistono ordinanze di demolizione o sanzioni pendenti
  4. Chiedere una visura ipotecaria e catastale per accertarsi che non ci siano vincoli sull’immobile

Come sanare un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario?

Se si scopre un abuso edilizio dopo l’acquisto, è possibile presentare una richiesta di sanatoria edilizia ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 380/2001.

Requisiti per ottenere la sanatoria

Per sanare un abuso edilizio è necessario dimostrare la doppia conformità:

  1. L’opera abusiva doveva essere conforme alle norme edilizie vigenti al momento della realizzazione
  2. Deve essere conforme anche alle normative attuali

Se la doppia conformità non è rispettata, l’unica soluzione è la demolizione dell’abuso.

Iter per la sanatoria edilizia

  1. Presentare un’istanza al Comune con la documentazione tecnica
  2. Pagare l’oblazione (una somma stabilita dal Comune in base alla gravità dell’abuso)
  3. Attendere la valutazione dell’ente competente
  4. Ottenere il permesso in sanatoria, se l’abuso è regolarizzabile

Cosa succede se il precedente proprietario è deceduto?

Quando si scopre un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario ormai deceduto, è fondamentale comprendere che l’illecito edilizio non si estingue con la sua morte. Il Comune mantiene il potere di intervenire e può comunque emettere un’ordinanza di demolizione dell’opera abusiva o richiedere il ripristino dello stato dei luoghi.

Questo perché le responsabilità amministrative in materia edilizia sono di natura oggettiva e non si prescrivono, a differenza della responsabilità penale che, invece, è strettamente personale e si estingue con il decesso del responsabile dell’abuso.

Se l’immobile è stato ereditato, gli eredi del proprietario deceduto possono trovarsi nella posizione di dover gestire l’illecito edilizio. Anche se non hanno commesso personalmente l’abuso, potrebbero essere chiamati a rispondere delle conseguenze amministrative, come la demolizione della parte non conforme o il pagamento di eventuali sanzioni pecuniarie.

Tuttavia, non possono essere perseguiti penalmente, poiché la legge stabilisce che la responsabilità penale non si trasmette agli eredi.

Nel caso in cui gli eredi vogliano regolarizzare la situazione, possono valutare la possibilità di presentare una richiesta di sanatoria edilizia, sempre che l’abuso sia sanabile ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 380/01.

Affinché la sanatoria venga accolta, è necessario che l’opera abusiva rispetti il requisito della doppia conformità: ovvero deve essere conforme sia alle norme urbanistiche e edilizie vigenti al momento della sua realizzazione, sia a quelle attuali.

Se gli eredi non intendono affrontare i costi di sanatoria o demolizione, potrebbero decidere di rinunciare all’eredità, evitando così di assumersi l’onere di regolarizzare l’abuso edilizio commesso dal precedente proprietario.

In alternativa, è possibile tentare un accordo con il Comune per verificare eventuali soluzioni alternative, come la possibilità di acquisizione dell’immobile da parte dell’ente pubblico.

Lavori su un immobile abusivo: cosa si può fare?

Quando si scopre che un immobile è stato oggetto di un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario, qualsiasi intervento successivo deve essere valutato con estrema attenzione. Infatti, eseguire lavori di manutenzione, trasformazione o ampliamento su una struttura già irregolare potrebbe non solo rendere più complessa una futura sanatoria, ma anche esporre il nuovo proprietario a sanzioni amministrative e, in alcuni casi, a conseguenze penali.

Verificare la sanabilità dell’abuso prima di iniziare lavori

Prima di procedere con qualsiasi intervento edilizio, è fondamentale verificare se l’abuso edilizio commesso dal precedente proprietario possa essere sanato attraverso una richiesta di conformità urbanistica. Questa operazione deve essere affidata a un tecnico abilitato, come un geometra, un architetto o un ingegnere, che possa eseguire:

  • Un’analisi della conformità edilizia e urbanistica dell’immobile rispetto alle normative vigenti;
  • Un accesso agli atti presso l’ufficio tecnico comunale per verificare i titoli abilitativi presenti;
  • Una valutazione della doppia conformità, requisito essenziale per ottenere una sanatoria edilizia ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 380/01.

Se l’abuso edilizio non è sanabile, qualsiasi intervento successivo potrebbe configurarsi come un nuovo illecito, aggravando la posizione del proprietario e complicando la gestione legale dell’immobile.

Lavori consentiti su un immobile con abuso edilizio

Se l’abuso edilizio commesso dal precedente proprietario non può essere sanato, le possibilità di intervento sull’immobile risultano molto limitate. In linea generale:

  • Sono vietati interventi di ampliamento, trasformazione o ristrutturazione che implichino modifiche alla volumetria o alla destinazione d’uso dell’immobile.
  • Gli interventi di manutenzione ordinaria (ad esempio, tinteggiatura, sostituzione di impianti, rifacimento pavimentazione) potrebbero essere consentiti, ma sempre previa verifica della compatibilità con la normativa vigente.
  • Interventi di manutenzione straordinaria e consolidamento (come il rifacimento del tetto o il consolidamento strutturale) possono essere eseguiti solo in alcuni casi, previa autorizzazione dell’ufficio tecnico comunale.

Se l’abuso edilizio riguarda opere strutturali o modifiche importanti, qualsiasi intervento successivo richiede un titolo edilizio. Senza questo, anche operazioni apparentemente semplici, come il rifacimento di una facciata, potrebbero essere considerate illegali.

Quali sono i rischi di intervenire su un immobile abusivo?

Chi esegue lavori su un immobile in cui è stato riscontrato un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario corre diversi rischi, tra cui:

  • Sanzioni amministrative che possono variare da multe pecuniarie fino all’ingiunzione di demolizione dell’opera.
  • Maggiori difficoltà nella vendita dell’immobile, poiché un acquirente potrebbe richiedere la regolarizzazione della situazione prima di procedere con l’acquisto.
  • Problemi con il rilascio di certificazioni e conformità, come l’agibilità e la conformità degli impianti.
  • Rischio di acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, se l’abuso non viene sanato e non si procede alla demolizione nei tempi previsti.

Come proteggersi prima di acquistare un immobile?

Per evitare di acquistare un immobile con un abuso edilizio commesso dal precedente proprietario, segui questi consigli:

  1. Chiedi tutta la documentazione urbanistica e catastale prima di firmare il contratto
  2. Consulta un tecnico specializzato per verificare eventuali irregolarità
  3. Richiedi una perizia immobiliare dettagliata per controllare la conformità edilizia
  4. Verifica la possibilità di sanatoria prima di acquistare

Se hai già acquistato un immobile con abusi edilizi, valuta la possibilità di sanatoria o, in alternativa, preparati a un’eventuale demolizione della parte non conforme.

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